La proposta avanzata dall’Assessore Regionale all’Ambiente,
Michele Civita, di procrastinare il trasferimento dei rifiuti di Roma nella
nostra provincia, oltre il termine dei 120 giorni stabilito per decreto,
qualora la Capitale non riuscisse a superare l’emergenza, è lesiva della
dignità dei cittadini residenti nei pressi dell’impianto di Colfelice ed
irrispettosa degli impegni e degli accordi solennemente assunti dalle più alte
istituzioni romane nei confronti dell’intera popolazione della Ciociaria.
Dopo oltre sei mesi dall’annuncio della chiusura della
discarica di Malagrotta, cui ha fatto seguito la raffica di decreti e
provvedimenti, emessi dall’ufficio del commissario straordinario, alcuni dei
quali dichiarati illegittimi e fortemente penalizzanti per il nostro
territorio, gli amministratori dei vari enti istituzionali della Capitale
ancora non sono riusciti ad individuare un sito alternativo, nonostante le
super-multe che gli organismi della Comunità Europea minacciano di infliggere ai
cittadini della Regione Lazio.
E’ intollerabile che il comprensorio
Roccasecca-Colfelice-San Giovanni Incarico-Pontecorvo, già devastato dalle ben
note criticità provocate dagli impianti di smaltimento rifiuti, debba essere
ulteriormente aggredito per sopperire alle inadempienze della inetta ed
indolente classe politica romana, le cui nefandezze amministrative sulla
gestione dell’immondizia sono avallate anche dal Ministero dell’Ambiente!
L’inerzia nell’individuare i siti da destinare a discarica
ed il rinvio delle autorizzazioni per la completa attivazione degli impianti,
presenti nella provincia romana, non giustificano l’accelerazione impressa al
trasferimento dei rifiuti nelle altre province del Lazio. Le comunità di questo
territorio non possono, ancora una volta, accondiscendere, pedissequamente,
alla richiesta di accogliere ulteriori tonnellate di rifiuti.
Inoltre, le recenti sentenze dei vari livelli della
giustizia amministrativa, alcune emesse con immotivato ritardo rispetto alla
presentazione dei ricorsi, altre rinviate a data da destinarsi, non hanno fatto
altro che porre macigni sul normale percorso della legalità e sul
riconoscimento dei diritti dei cittadini, civilmente rivendicati nelle
settimane della protesta. E’ evidente che siamo di fronte ad una congiura
politico-istituzionale, ordita contro le solite popolazioni, che aggrava una
situazione già di per sé compromessa sia sul piano igienico-sanitario che sociale.
C’è da registrare, favorevolmente, la presa di posizione
dell’Assessore alla Cultura del Comune di San Giovanni Incarico, Paolo Fallone,
che, nel corso dell’incontro con l’Assessore Civita, ha espresso preoccupazione
per il futuro del nostro territorio, lanciando un monito a quanti vorrebbero, arrendevolmente,
barattare la salute dei cittadini con allettanti “ristori economici” o con
opere e interventi compensativi da realizzare nei territori comunali
interessati dagli impianti di smaltimento.
Questi Comitati, dopo aver dimostrato, con alto senso di
responsabilità, piena disponibilità a partecipare al tavolo tecnico, offrendo
in quella sede un concreto contributo per ridisegnare la politica dello
smaltimento dei rifiuti in provincia di Frosinone, esprimono profonda delusione
per l’indecente proposta di prorogare il trasferimento dell’immondizia romana presso
l’impianto di Colfelice e ritengono ormai conclusa qualsiasi forma di
collaborazione con gli organismi istituzionali della Regione Lazio.
San Giovanni Incarico, 3 agosto 2013.
PER I COMITATI
Rocco Renzi - Comitato “CITTADINI DI SAN CATALDO” - San
Giovanni Incarico
Fabrizio Di Cioccio - Comitato “CONTRASTO” - Roccasecca
Vincenzo Folcarelli - Comitato “SAN PARIDE” - Pontecovo
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